Vertigine

Antonia Pozzi

Afferrami alla vita,

uomo. La cengia è stretta.

E l’abisso è un risucchio spaventoso

che ci vuole assorbire.

Vedi: la falda erbosa, da cui balza

questo zampillo estatico di rupi,

somiglia a un camposanto sconfinato,

con le sue pietre bianche.

Io mi vorrei tuffare a capofitto

nella fluidità vertiginosa;

vorrei piombare sopra un duro masso

e sradicarlo e stritolarlo, io,

con le mie mani scarne;

strappare gli vorrei, siccome a croce

di cimitero, una parola sola

che mi desse la luce. E poi berrei

a golate gioiose il sangue mio.

Afferrami alla vita,

uomo. Passa la nebbia

e lambe e sperde l'incubo mio folle.

Fra poco la vedremo dipanarsi

sopra le valli: e noi saremo in vetta.

Afferrami alla vita. Oh, come dolci

i tuoi occhi esitanti,

i tuoi occhi di puro vetro azzurro!

Vertigo

Translated by Alessandra Bava

Grab my waist,

man. The ledge is narrow.

And the abyss is a fearsome undertow

that wants to absorb us.

See: the grassy foothills, from which

this ecstatic gush of cliffs leaps,

look like a boundless graveyard

with its white slabs.

I’d like to dive headlong

into the dizzying fluidity;

I want to free-fall on a hard rock

and uproot it and grind it

with my bony hands;

I’d like to extort from it a sole word

that could give me light, as a cross

in a cemetery. And then, I’d drink

my blood with happy throat-swigs.

Grab my waist,

man. Fog comes

brushing and dispersing my insane nightmare.

We shall see it unravel

over the valleys: and we shall be at the top.

Grab my waist. Oh, how sweet

your hesitant eyes,

your eyes of sheer blue glass.

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