La cappella chiusa
Par da secoli chiusa. Alla sua porta,
fra le dita il rosario,
siede il mendico, cieco e solitario.
Chiusa è per sempre. Gente
morta quanta vi entrò, con dietro ardente
cera e vano dolore. L’erba cresce
sotto i gradini, alimentava un nero
muschio l’umidità nelle sue crepe.
Altro il suo cimitero
non è che un prato: questo né custode
vigila, né la cancellata serra.
Chi gli si appressa ode fanciulli guerra
fingere e paci rotte da improvvisi
inseguimenti; fra le sue compagne
e le tombe ripete i nuziali
riti d’un tempo la bambina ignara.
Bruca una capra l’erba corta e rara.
Ed io sosto, ed un poco
anche qui siedo, e guardo quei fanciulli
nuovi, l’antico gioco,
quelli che a me nel gioco
si rivelano, come la figura
dell’uomo in pochi segni
di carbone su un muro, eterni veri.
Ecco: qui tutto con i miei pensieri
è fraterno; ogni aspetto un nuovo lato
del mio spirito adombra.
Dall’erta amica alla mia infanzia, all’ombra
della chiusa cappella, scorgo il cielo
pallido azzurro con le prime stelle,
l’Alpi lontane, i colli, la città
che sui colli si estese, che di borghi
s’arricchisce e di enormi
navi, onde tutti suonano i cantieri;
navi per mari, per porti remoti
a chi li vide, non li vide mai,
sempre noti ed ignoti.
Ed anche tu che della morte—è assai
tempo—vivevi, forse un giorno invano
cercherò; qui, disutile rovina,
una scuola, tra poco, un’officina,
altro su quelle tombe sorgerà.
Cosí sempre al suo ieri
spera l’uomo migliore il suo domani,
ben che una voce gli dica: Domani
si soffrirà come soffrimmo ieri.
The Closed Chapel
It seems to have been closed for ages. A beggar,
holding his rosary,
sits on the doorstep, blind and solitary.
It’s closed forever now. So many dead
entered that place, trailing their burning wax
and futile grief. Grass has grown
around the stone steps; dampness has fed
the black moss growing in their cracks.
As for its cemetery,
it’s nothing but a field: no sentry
keeping watch, no gate forbidding entry.
As I approach I hear the children playing
war and a truce broken by a sudden chase.
Between the gravestones and her friends
a girl, oblivious,
repeats the wedding rites of bygone days.
A goat is grazing on the short, sparse grass.
I pause here for a while
and sit to watch these modern children,
their ancient game,
which reveals them as they play
for what they are, the way
the figure of a man emerges from a few
charcoal marks on a wall—eternal, true.
Look: here all things
brother my thoughts; each feature conjures up
some facet of my spirit. From this slope
that was for me a childhood haven,
here in the shadow of this chapel, I regard
the pale blue sky, already faintly starred,
the far-off Alps, the hills, the city
spread across those hills, arrayed
with suburbs and huge ships
that make the dockyards ring—ships made
for the highs seas, for ports remote
from those who’ve seen them and who never
shall, known and unknown forever.
And even you, who lived so long
on death, perhaps one day I’ll search for you
in vain. Now, you’re a useless ruin;
soon, an office, a school,
something, will rise above your tombs.
And so we keep on hoping our tomorrow
will improve upon our yesterday,
despite a voice that says to us: tomorrow
we’ll suffer as we suffered yesterday.
about the authors