Stanze Del Crepuscolo
Fabio Pusterla
El más truhán se lleva la mano al corazón,
y el bruto más espeso se carga de razón.
Antonio Machado
Crepuscolo. Una donna impellicciata
ne chiama un’altra sull’altro marciapiedi
come da un’altra riva, che cammina
lenta con un bambino per mano costeggiando
le luminarie di quartiere, il traffico, l’opaco
fiume di un martedì. E «No,» risponde
«no grazie, ho appena fatto la merenda di Natale
all’asilo, sono piena come un uovo
di Pasqua», e si allontana ridendo
da sola alla battuta involontaria. Il bambino
la segue con aria candida e paciosa
forse sperando nei cartoni
animati o invece solo
torpidamente digerendo il pandoro.
Per strada, da un giornale abbandonato
urla la faccia del politico di turno,
dichiara:«Sono fiero
di me che rappresento
il bene del Paese. La mia è stata
comunque una grande avventura,
la nostra gente lo sa,
malgrado la stangata che mi sono
beccato. E gli altri,
Raus». «Sembra il Duce»,
ha detto un giorno mia madre
non di lui ma di un suo simile
certo persino peggiore
o più potente e più bieco.
Dicono che in tedesco la parola Angst
copra lo spettro livido che corre
dall’ansia alla paura, con ogni sfumatura
intermedia: cieco timore, angoscia,
presentimento cupo di sventura,
cristalli rotti, roghi e il resto poi,
che consegue. Economia
semantica, riassumere
in cinque lettere tutto il venir meno
della luce. Tutto lo sprofondare
fra di noi.
Twilit Stanzas
Translated by Will Schutt
El más truhán se lleva la mano al corazón,
y el bruto más espeso se carga de razón.
Antonio Machado
Twilight. A woman in furs
calls across the street, as if calling
across a shore, to another woman
walking a child slowly by the hand,
skirting the neighborhood lights,
traffic, the opaque river of a Tuesday.
“No,” she says, “no thanks.
I just ate at the kindergarten Christmas party.
I feel stuffed like a goose.”
Then she moves on, laughing
to herself at her own inadvertent joke.
The child follows in his innocent, easygoing way,
maybe hoping for cartoons
or simply in a daze, digesting his cake.
On the street, from a tossed paper,
the face of the latest politician
shouting: “I’m proud
of myself for representing
what’s great about our country. Mine
has been a good run, in any case.
Our people know it,
never mind the thrashing in the polls I took.
As for the others? Raus.”
“He’s just like Mussolini,”
my mother said one day.
She wasn’t talking about him
but about someone like him.
Maybe even worse.
Or more powerful. Or more sinister.
They say that in German the word angst
covers the spectrum of anger—
from anxiety to fear, with every nuance
in between—blind terror, anguish,
a sense of impending doom,
broken glass, book burnings,
etc. It’s semantic
economy, summing up
in five letters all the lessening of light,
how everything between us
breaks down.
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